Sconcertante negare i diritti dei figli dei collaboratori di giustizia

In merito all’articolo pubblicato ieri sul “Quotidiano del Sud” l’avvocato Maria Claudia Conidi e la dottoressa Rita Tulelli, presidente dell’associazione “Universo Minori”, rispettivamente autrici dei libri “Un mondo Invisibile” e “l’invisibile mondo di Carlotta”,  testi dedicati alla situazione dei collaboratori e dei testimoni di giustizia espongono questo pensiero: “è davvero sconcertante pensare che lo Stato non tuteli a dovere i diritti dei minori o comunque dei figli anche maggiorenni dei collaboratori o testimoni di giustizia, penalizzando la loro vita con privazioni di ogni tipo, soprattutto relativamente alla loro salute psicofisica. È quanto accade quotidianamente ai ragazzi che per non meglio precisate “ragioni di sicurezza” restano ai margini della società giovanile con diritti negati in ordine alla possibilità di partecipare a gite scolastiche, istruttive, o frequentare corsi di laurea per i quali si ritengono inclini agli studi. Non si può più rimanere indifferenti a siffatte situazioni ormai all’ordine del giorno, quando poi accade, sempre con altrettanta disinvoltura, che ragazzi vengano privati con tutta la loro famiglia del programma di protezione per mere violazioni comportamentali che nel tempo si rivelano del tutto insussistenti. Bisogna cambiare qualcosa ora, prima che accada qualcosa di peggio, ovvero si riesca a pensare che forse lo Stato non vuole più i collaboratori di giustizia e il fenomeno venga così meno, privando il popolo italiano della giustizia vera che solo attraverso i pentiti di mafia o i testimoni protetti riesce a raggiungere.”

Da “Il Quotidiano del Sud” del 5 marzo 2020

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